Buon compleanno, Amoremio.
Questo è il tuo primo non compleanno, in effetti, ed ancora non riesco a crederci ne a farmene una ragione che tu non sia qui accanto a me. È inutile, perfettamente inutile scrivere mille ovvietà, mille frasi fatte, retoriche o peggio stupide. Sta di fatto che l’anno scorso a Firenze eravamo pieni di speranza e di voglia di farcela, quella che non ci ha mai abbandonato sino all’ultimo tuo respiro, la speranza che talvolta delude, il senso di vittoria che assapori e che poi lascia l’amaro in bocca.
Ho, anzi abbiamo, ricevuto centinaia e centinaia di lettere e messaggi in questi mesi. Siamo a più di un migliaio e sai, a moltissimi non sono ancora riuscita a rispondere. Ho creato una dimensione di vita che mi lascia poco spazio, poco tempo, è forse la mia unica difesa contro il dolore, spero che la gente capisca e non pensi che io sia diventata maleducata. Hai lasciato una scia di amore talmente infinita dietro di te che molte volte mi chiedo, ma chi eri? Chi ho sposato? Che razza di uomo meraviglioso e unico ho avuto il privilegio di amare, che onore ho avuto ad essere amata da te, che fortuna inspiegabile ho avuto nel poterti stare accanto ed accompagnare, letteralmente accompagnare sino alla tua nuova dimensione?