Editoriale Febbraio 2025 – Volevo solo essere un duro*
Spesso la vita è un grande caos. Dove tutto è un incastro, un gioco di equilibrio costante tra vita reale e apparente, tra sentimenti e divertimenti e a volte capita che ci si perda.
Sono stati mesi complicati quelli precedenti, ma che terrò per me poiché ho sempre sostenuto che va preservato quel filo rosso sottile che divide la vita privata da quella, concedetemi il termine, pubblica.
Lo scrivo così, in corsivo, poiché in questi contesti di veri e presunti circolini ci si prende tutti troppo sul serio, tutti troppo famosi, troppo influenzati dall’influenzare, si urla con toni egoriferiti mentre invece abbiamo bisogno di garbo e sussurri, abbiamo bisogno di raccontare la vita con un po’ di leggerezza.
Ah, il circolino, una parola che stiamo sentendo con la stessa frequenza e ritmo di Tutta l’Italia e da cui i più amano dissociarsi con veemenza. Quel circolino che esiste un po’ ovunque nel mondo, in ogni contesto, in cui fa comodo essere ammessi. Nel mio mondo lavorativo è un luogo molto poco virtuale in cui il farne parte significa essere ovunque, bene inseriti, una sorta di cricca privata che apre ogni porta.
Posso dire con grande sincerità di farne parte e di non farne parte allo stesso tempo, dipende dai periodi, dai momenti e da dove mi trovo. Funziona esserci? Si, decisamente. Funziona non farne parte? Dipende, se sei in gamba la meritocrazia ancora in parte e per fortuna ha valore.
E torniamo praticamente a bomba, e cioè che il non prendersi troppo sul serio aiuta a vivere meglio, senza quell’espressione troppo autocompiaciuta o troppo arcigna di chi siede in front row durante le sfilate e guarda il mondo in cagnesco. Mi sono sempre domandata il motivo per cui invece di essere grato e felice di assistere a uno spettacolo in prima fila, tu debba guardarti intorno con la piega della bocca verso il basso, con quel mood scocciato come se ti stessero per ipotecare casa. O perché, se sei personaggio social, tu sia meraviglioso con i tuoi followers sino al momento in cui essi si materializzano al tuo cospetto e quindi inizi a trattarli con sufficienza data dalla sindrome di sentirti Dio.
Insomma ragazzi miei, anche meno. E anche meno lo dico pure a me stessa, perché non sono esente dagli sbagli.
E in fondo, parafrasando una delle canzoni più belle degli ultimi giorni, vivere la vita è un gioco da ragazzi, io volevo solo essere un duro, però non sono nessuno.
Non sono altro che
*Grazie Lucio Corsi, finalmente un cantautore che trova l’equilibrio perfetto tra parole e musica.
Dress Giada Curti
Jewels APM Monaco
Glasses ARU Eyewear
Photo Cover Chiara Gasbarri