Della Classe’s 14th Anniversary
Mi ricordo perfettamente quella sera d’ottobre, decisamente più fresca di quelle che stiamo vivendo oggi, mentre tutta contenta creavo il mio account in quella che all’epoca era una piattaforma in cui potere inserire un blog.
Mi ero trasferita da pochi anni nel Lazio, stavo cercando qualcosa da fare di diverso e nell’era dei blog da poco sbarcati in Italia avevo cominciato a seguirne alcuni, tra cui quello di Chiara Ferragni che ho letto – e non perdo occasione di ricordarglielo sempre – dal suo secondo post e molti altri, soprattutto stranieri all’inizio e poi italiani, creati da persone con cui adesso, dopo 14 anni, ho un rapporto di vera amicizia.
Mi ricordo che mio marito, che sino al giorno della sua scomparsa mi ha sempre supportata, sostenuta e aiutata con le sue meravigliose fotografie, si era affacciato nel nostro studio sui tetti guardandomi ridendo e chiedendomi cosa stessi facendo tutta impegnata e per tutto il dopocena.
Ricordo perfettamente quel sentore di autunno, la lampada accesa sulla scrivania, il bucato steso che profumava mescolato a quello del plumcake in forno per la colazione, la mia nuova vita, il mio grande amore.
Quello è stato un momento perfetto, che rimarrà indelebile nella mia mente con la gratitudine immensa di averlo vissuto.
Da lì è partito tutto, per gioco e con superficiale interesse per un mondo che mi incuriosiva, ma non così tanto per cui farmene totalmente assorbire.
Volevo aprire un blog per raccontare quello che mi piaceva fare: viaggiare, scoprire posti belli, mangiare bene, ricercare abiti stilosi, avere cura di me, insomma il vero e proprio Lifestyle che ha da subito caratterizzato Della Classe.
Non ho avuto bisogno di un blog per accedere a un mondo che mi era prima precluso, semplicemente è stato naturale raccontare quello che faceva parte della mia vita da sempre.
Adesso sono passati 14 anni da quell’ottobre del 2009 e se mi guardo indietro vedo la mia vita avere fatto millemila giravolte.
Ho vissuto momenti di immensa felicità, ho viaggiato in tante parti del mondo, mi sono sposata, Franz si è ammalato ed è morto tra le mie braccia nel 2016, ho attraversato l’inferno solo dopo essere sprofondata nel buio più devastante, ho avuto bisogno di aiuto per recuperare una sanità mentale che mi stava sfuggendo, ho conosciuto persone parassite che mi hanno usata e poi altre magnifiche che mi hanno fatto capire che tutto accade per un motivo, ho riacquisito fiducia, ho ricominciato a viaggiare e a dedicarmi a Della Classe che è diventato un magazine nel frattempo.
Sono cresciuta e ho capito con lucida precisione il mio valore trasferendolo alla mia scrittura e al mio lavoro.
Ho studiato, ho perfezionato il mio modo di fotografare, ho imparato moltissimo dai miei errori e ho capito che non si perde: appunto, si impara.
Della Classe ha avuto momenti in cui è cresciuto molto e altri in cui non così tanto: gestisco io sia il magazine che il mio profilo Instagram e talvolta il primo ha dato spazio al secondo per ovvie ragioni.
È giunto il momento di ridargli più spazio, perché siete in tanti che lo seguite e perché se lo merita.
Perché ho sempre sostenuto che sino a che la mia faccia regge posso tranquillamente civettare e discettare sui social, ma nel momento in cui cadrò a pezzi, la scrittura e la fotografia saranno sempre i miei codici identitari.
Ci sono delle belle novità in arrivo, rubriche fisse che grazie a diversi sondaggi effettuati con la mia – fidata e meravigliosa – community hanno già preso una propria anima, si parlerà come sempre di lifestyle, ma con molta attenzione in più verso indirizzi di viaggio e tips varie per potere fondamentalmente rispondere in maniera massiva ai centinaia di direct che ricevo quotidianamente sul mio profilo Instagram, si discetterà su Della Classe in modo più continuativo anche di beauty e fashion, con focus su brand piccoli e di qualità.
Arrivano ogni tanto i giri di boa, quelli in cui cambi leggermente rotte e percezioni, quelli in cui ridimensioni cose, persone, fatti e misfatti e modi di essere.
Questi sono gli ultimi mesi dei miei 49 anni, l’anno prossimo saranno 50 e forse, chissà, tutto è collegato.
La allegra consapevolezza di non prendersi troppo sul serio, di capire che per questo mondo effimero – dei social e affini – non sarai mai abbastanza: abbastanza bella, abbastanza ricca, abbastanza giovane, abbastanza adatta, abbastanza influente, abbastanza introdotta, abbastanza #laqualunquecosa
E quindi, ça va sans dire, si impara a fregarsene allegramente facendo la cosa migliore che si può fare, con naturale semplicità: essere noi stesse, continuando a raccontarci.