Edoardo Musso e Dimples Digital Agency, storia di un successo.
Il mio lavoro di Luxury Content Creator mi regala spesso privilegi non scontati, come per esempio conoscere persone molto speciali con storie interessanti da raccontare, se poi sono piemontesi come me diventa un fiero vanto.
Edoardo Musso è una di queste. Founder di una Digital Agency cha partendo da Torino si vuole attestare in tutta Italia, che può contare su buoni risultati ottenuti, su top clients e su molti progetti in divenire, Edoardo è un gentiluomo di altri tempi e quando mi racconta la sua vita ne comprendo appieno il motivo.
Dimples Digital Agency è la sua creatura, la personificazione in una sorta di ologramma non così astratto che contiene tutti i suoi principi, i suoi retaggi e la sua energia ed essenza. In un tempo così veloce Edoardo Musso riesce a ritagliare spazio in cui congelare desideri e richieste, fragilità e potenza, aspettative e fiducia dei suoi clienti. Forse è proprio questa la chiave del successo della sua agenzia.
Dimples Digital Agency, ultima creatura di una vita interessante. Facciamo un passo indietro: cosa hai fatto prima di questo?
Sono piemontese e per tre generazioni, dal 1898, la mia famiglia ha avuto un’azienda di matite e articoli per la scrittura fondata da Augusto Bo, la BoFim. Il marchio più conosciuto è Boreado: c’è una mia foto come “primo” testimonial nella confezione dei gessi colorati dove avevo circa dieci anni!
Entrare nell’azienda di famiglia è stata una scelta naturale, ho avuto il privilegio di vedere come funzionavano tutti i reparti grazie a un’intensa gavetta. Successivamente mio padre decise di darmi la responsabilità dell’area marketing, con la gestione di un budget di comunicazione ed io iniziai ad occuparmi dei primi investimenti in televisione, cosa nuova e mai fatta che andava ad ampliare la nostra visibilità oltre al tradizionale cartaceo. Tutto ciò ebbe molto successo e la nostra azienda trovò spazio su Mediaset, Rai e Telemontecarlo.
Come cliente venni invitato nel 1994 a Stupinigi ad un evento Mediaset con ancora presente Silvio Berlusconi, una sorta di premonizione su ciò che accadde dopo quando mi proposero un colloquio nel Gruppo. Entrai in conflitto con mio padre che vedeva interrompersi ciò che per lui era il mio futuro certo dentro l’azienda di famiglia.
Con il suo mantra in testa “Dimostrami cosa sai fare” decisi di fare segretamente tre colloqui ed entrai in Publitalia nel momento del suo boom nei primi anni Novanta quando tutto era in divenire. Divenni la figura che si interfacciava con i clienti per farli investire in pubblicità attraverso i canali Mediaset.
Dopo vent’anni, mentre il gruppo cambiava a livello strutturale, decisi di valutare altre opportunità e altri obiettivi. Fu l’amico Paolo Tenna a volermi al suo fianco per una sua nuova iniziativa imprenditoriale, aveva infatti appena creato una start up con Luca Argentero, e mi propose di entrare come direttore generale. Paolo morì, con mio grande dolore, dopo alcuni mesi e per un paio di anni io ho voluto portare avanti il suo progetto in sua memoria.
Eccoci ad ora: sono fondamentalmente tornato alle origini familiari facendo l’imprenditore di me stesso. L’11 gennaio 2022 nasce a tutti gli effetti Dimples e il giorno dopo, senza ancora un ufficio e senza nulla in mano, ero già da un cliente per finalizzare un importante progetto.
Nella tua carriera c’è stato un passaggio obbligato?
Direi che c’è stato un percorso che mi ha fatto capire per step che avrei potuto fare un progetto solo mio.
Lasciare Mediaset con tutte le agevolazioni di una grande azienda non è stato facile, anche per ragioni affettive: era l’azienda che mi aveva “adottato” dopo quella familiare e che mi aveva dato un’opportunità di riscatto. Arrivare a Dimples per gradi sicuramente è stato un percorso giusto. La forma mentis che arriva da mio padre mi ha sempre spinto a non volere essere troppo protagonista, ma sempre a preferire il “dietro le quinte”: da una parte poteva essere limitante mentre dall’altra mi ha permesso di fare passi ponderati. Sicuramente tutte le interazioni e i contatti di anni si sono rivelati un valore aggiunto che mi hanno spinto a procedere con convinzione.
Dimples Digital Agency, perché questo nome?
Da dieci anni sono golfista e i “dimples” sono le fossette della pallina necessarie per darle stabilità e portanza per raggiungere il target, oltre a essere quelle che compaiono sul viso quando sorridiamo.
Il sorriso come approccio spontaneo e, tornando al golf, il green inteso come verde, natura e sostenibilità… tutto questo è un mix di ingredienti positivi. Oltretutto i “dimples” sono apparentemente rotondi, ma in realtà osservati con maggiore attenzione sono esagonali come la sezione della matita, ergo le mie origini.
Il valore aggiunto di Dimples?
È composto da due elementi, uno è la professionalità che fa davvero la differenza, l’altro l’esperienza e le relazioni importanti che mi garantiscono di lavorare con metodo tailor made per qualsiasi cliente.
Mi definisco una sorta di “architetto” della comunicazione perché in base alle richieste che mi vengono fatte posso scegliere tra una preziosa rete di professionisti che mi permettono di creare un team ad hoc per ogni singolo progetto. Qualità, Tempo e Prezzo sono gli items imprescindibili di Dimples.
Come creare un progetto vincente?
La certezza non esiste, ma esistono l’esperienza e la capacità di riuscire a creare un contenuto che sia condiviso con il cliente in profondità. Bisogna entrare nelle sue corde più profonde per capirne esigenze e target preciso, bisogna immedesimarsi nelle sue problematiche per riuscire a risolverle. Più si impara a entrare in sintonia più si capiscono le valenze per offrire il progetto su misura più adatto.
Come pensi si evolverà il mondo social?
I social sono una grande vetrina, talvolta non così reale e ultimamente c’è voglia di vedere contenuti più freschi e immediati, meno studiati. L’intelligenza artificiale sicuramente cambierà degli equilibri e riorganizzerà il lavoro di alcune figure professionali, il potenziale è enorme e mi auguro che non se ne diventi schiavi. È tutto in evoluzione in maniera rapida: bisogna cercare di stare al passo per saper intercettare anticipatamente i nuovi trend e le nuove esigenze del mercato.
Come distinguersi senza cadere nell’omologazione?
Relations make the difference: l’ho scritto nei nostri auguri di Natale e sono davvero convinto che questo faccia la differenza. I rapporti umani, l’educazione, le persone, la professionalità: i riconoscimenti che ho dai miei clienti nella mia nuova realtà mi fanno comprendere che questa è la direzione giusta.
Cosa c’è di tuo in Dimples?
Sicuramente il mio spirito imprenditoriale, la voglia di curare ogni singolo dettaglio, il desiderio di sperimentare nuove strade. Ovviamente non potrei fare tutto da solo, scegliere le persone giuste di cui circondarmi e con cui collaborare è una parte fondamentale del mio lavoro e di ciò che caratterizza Dimples, a partire dal mio team. Spero di migliorare e potenziare le cose che sento più giuste elevandole ancora di più.
Un progetto che ti è rimasto nel cuore?
Il primo. Come ti accennavo, il secondo giorno dell’apertura di Dimples. Un lavoro molto importante – uno spot tv pianificato su SKY – che, nonostante non avessi ancora una sede e tutto era concretamente da fare, mi è stato affidato con un grande atto di fiducia e che abbiamo realizzato in un mese e cinque giorni. È stato “l’hole in one” di tutte le belle opportunità che sono arrivate dopo.
Un progetto che non hai ancora realizzato?
Solo per te e i tuoi lettori, lo spoilero, come direbbe mia figlia. Vorrei produrre nuovamente delle matite. Questa volta marchiate “Dimples 2022”, una storia per me che viene da lontano e si ripete, ma in forma attuale e moderna con un progetto green che sposi la sensibilità necessaria ai problemi di oggi. Ho già in mente cosa fare… quindi, grazie per l’intervista e l’attenzione ma ti devo proprio salutare!
Photo Courtesy Dimples Digital Agency – Edoardo Musso