Luce di settembre
Una cosa che mi avete spesso scritto in questo ultimo anno è stata quella di riprendere sul magazine gli Editoriali.
Eccoci qui dunque, a riprendere abitudini, due righe a inizio mese da condividere e una nuova partenza, che mai come in settembre trova la sua migliore accezione.
Settembre è iniziato da pochi giorni e già io ne sono innamorata: una mia prerogativa è amare tutte le stagioni salvo poi stancarmene dopo un po’ e accogliere a braccia aperte quella nuova.
Impossibile non dedicare una parola a Queen Elizabeth, il suo essere leggenda anche da viva ha fatto si che molti di noi la percepissero come presenza costante e immortale e così resterà in un immaginario collettivo che congelerà un momento storico così importante – e irripetibile – nella memoria di anni complessi. E poco importa se sventurati pressapochisti di turno spremono meningi cercando di tirar fuori luoghi comuni sulla monarchia e affini. La Regina Elisabetta è stata, è, la donna più famosa al mondo, ha traghettato due secoli di storia impegnandosi non a viverla da spettatrice, ma anche creandola. A me mancherà moltissimo.
Torniamo a settembre. La luce, la sua luce.
Ciò che adoro di questo mese in maniera folle è la luce, che si fa radente e dalle sfumature ambrate e calde, luminose e morbide. E l’aria, più fresca e secca e l’Universo solo sa di quanto ne abbiamo bisogno dopo l’estate più calda e afosa di sempre. Sono gli ultimi giorni al mare per me, dove ho trascorso in sostanza tutta l’estate dopo l’intervento di giugno. Ho annullato ogni impegno di lavoro e di viaggi, anche se qualcosa in realtà ho fatto, e mi sono ritagliata una estate tutta per me e per il mio benessere.
Un passo indietro al 6 giugno quando ho finalmente fatto l’intervento che desideravo da tempo: una mastoplastica riduttiva con mastopessi, passando da una quasi ottava a una taglia quarta C di seno. Un sogno che avevo da tempo e che stava diventando un bisogno per la mia schiena e le mie ossa, provate duramente da un peso eccessivo che mi portavo dietro da parecchi anni, “regalo” di un adenoma ipofisario che, seppur guarito, mi ha lasciato una zavorra ormai insopportabile.
E quindi ecco che ho deciso di non viaggiare, tranne un paio di settimane in Piemonte dalla mia famiglia passando per Portofino insieme a Dior, e di concedermi una estate lenta e profumata di salsedine a un’ora da casa e un’ora e mezza da Roma e dalle visite di controllo.
Ora è tempo di tornare a casa, di svegliarsi presto e camminare a piedi nudi sul pavimento in cotto illuminato dai primi raggi di sole, bere il primo caffè guardando fuori l’alba radunando pensieri. È tempo di spalancare le finestre all’aria fresca del mattino lasciandoci avvolgere da nuovi propositi e liste da compilare, spesa da fare, biglietti da comprare e viaggi da pianificare.
È l’ora delle pashmine di cachemire da tirare fuori o da regalarsi, dei the e delle tisane dopo cena quando il buio prende il posto della luce e l’ora blu è più intensa. È tempo di accogliere ciò che arriva con leggerezza e senza pensarci troppo. Un maglioncino sulle spalle, un paio di jeans e i capelli freschi di shampoo per un mood che sia facile.
L’importante sono le scarpe: che siano comode per camminare lente al tramonto, per correre da una parte all’altra incontro alla vita e alle sue sorprese, per essere tolte veloci e potere camminare sulla terra ancora tiepida di sole o tra le ultime onde di mare.
La luce di settembre, che avvolge tutto e ci rende eternamente in attesa di qualcosa e non importa cosa, che ci fa tornare a quel mood d’infanzia dove tutto ricomincia, che ci riporta a una ipotetica casella di partenza. E forse è proprio questo che piace tanto di questo mese e della sua luce: che ci rende un po’ immortali.
Young and beautiful.