La Casa delle Donne, la voce di Antonella.
Quando sono entrata in contatto con Antonella non è stato per il motivo per cui la sto intervistando, ma per tutt’altro. Antonella Polisena lavora come PR in una maison di moda di fama planetaria, ma quando ho scoperto il suo coinvolgimento con la Casa delle Donne di Milano mi sono incuriosita e ho voluto organizzare una intervista.
La Casa delle Donne è una Associazione molto importante per l’universo femminile: guarda senza discriminazione alle aspirazioni e alle esigenze delle donne di ogni orientamento sessuale e cultura. È un gran bel respiro e va raccontato, meglio ancora da una persona come Antonella che ne custodisce il significato prezioso. A lei la parola.
Cos’è la Casa delle Donne, raccontami la sua essenza.
La Casa delle Donne è uno spazio all’interno della città di Milano completamente dedicato alle donne, alle loro inclinazioni, ai loro interessi e – in prima istanza – alle loro necessità. Vi si svolgono attività a sfondo culturale, di intrattenimento e, soprattutto, vi si attua il femminismo come pratica.
È un posto in cui far risaltare la propria individualità, dove vengono valorizzate le differenze: sono proprio le diversità a costituire le maglie più forti su cui poi si fa rete.
A chi si rivolge e chi può farne parte?
Si rivolge a chiunque ne condivida i valori e gli scopi, a tutte quelle donne che vogliano far parte di una comunità coesa in uno spirito di solidarietà e collaborazione. Grazie al servizio dello “Sportello di orientamento” si rivolge anche a tutte le donne che vivano momenti di difficoltà o che abbiano bisogno di aiuto di ogni genere.
Quali sono i valori aggiunti che la Casa delle Donne offre a color che ne fanno parte?
Senza dubbio quello della sorellanza. La possibilità di trovarsi in un contesto vivace e stimolante abitato da donne talentuose pronte a sostenersi l’una con l’altra in un clima di reciproco scambio.
Qual è il tuo ruolo all’interno dell’associazione?
Io sono parte del team Comunicazione e lavoriamo affinché ci sia una diffusione più ampia possibile delle nostre attività e del nostro progetto, in modo tale che la Casa sia effettivamente una casa per chiunque lo desideri e ne abbia bisogno.
Perché hai deciso di farne parte?
In un contesto sociale, culturale e lavorativo come quello che vivo io (ma che, temo, viviamo tutti) avevo bisogno di un luogo lontano dalla competitività in cui sentirmi sinceramente accolta. Volevo poter coltivare i miei ideali e combattere le mie battaglie lontano dalla performatività e sentirmi veramente supportata da altre donne. Volevo fare la mia parte per portare un vero ed effettivo cambiamento.
In questo momento storico così complicato, come entra in attivo Casa delle Donne?
Siamo profondamente scosse da quello che sta accadendo in Ucraina e ci stiamo attivando per supportare e informare le nostre sorelle ucraine tramite un processo di sensibilizzazione. Promuoviamo numerosi eventi informativi e di recente abbiamo dato il via a un flashmob per dimostrare solidarietà alle donne ucraine. A breve comunicheremo un’iniziativa molto importante con le Case delle Donne di tutta Italia.
Questo è un luogo in cui dare voce alle donne, un gran bel respiro. Ma è ancora così difficile “farsi sentire”, nel 2022?
Spesso ragiono su quanto possa risultare comunemente anacronistico parlare di disparità di genere in questi anni di profonde rivolte e rivoluzioni. Apparentemente abbiamo le stesse possibilità educative degli uomini, gli stessi sbocchi lavorativi, lo stesso tenore di vita.
Ma poi sono i dati a dimostrarci che la strada da fare è ancora lunga, che abbiamo mosso a stento qualche passo. Le donne non riescono ancora a farsi ascoltare al di fuori dai ruoli che storicamente la società attribuisce loro. Quando non siamo belle, brave, mamme, avvenenti, mansuete e pacate veniamo ancora ridotte macchiettisticamente a un cinguettio fastidioso da azzittire.
Cosa hai imparato, che cosa ti ha dato il fare parte di questa realtà?
Gli stimoli, le suggestioni di cui si è arricchito il mio quotidiano da quando sono alla Casa delle Donne sono numerosissimi e difficili da categorizzare. In particolare non posso non citare che durante l’ultimo anno sono stata vittima di un violento stalking proprio da parte di una donna e questo aveva inficiato notevolmente sui miei rapporti personali. Vivevo in un costante senso di allerta e diffidenza. E’ stato proprio in quel momento che le donne della Casa mi si sono strette attorno, mi hanno protetta e incoraggiata a cercare tutela nei miei ambienti lavorativi e famigliari.
ln generale il sentimento di supporto, di sostegno e la grande energia che ci unisce in questo progetto è una risorsa che poi investo al di fuori della Casa e che mi permette di essere autentica al 100%.
C’è un modo in cui ognuno di noi può dare un contributo affinché questo progetto possa sempre prosperare?
Sicuramente sono possibili forme di sostegno economico come le donazioni, ma il più grande mezzo per rendere grande questo progetto è la partecipazione e il tesseramento. La Casa si arricchisce con le differenze di chi la attraversa, con il tempo che in essa le socie investono.
La cosa che ti ha più emozionata oppure la domanda che non ti ho fatto e avresti voluto ricevere.
Sembra assurdo, ma per tutte le volte in cui mi è stato chiesto di parlare della Casa delle Donne nessuno aveva indagato sui motivi che inizialmente mi hanno spinta ad avvicinarmici. Si dà per scontato che sia facile, ma in realtà è un impegno gravoso per chi ha un lavoro pervasivo come il mio investire tutto il mio tempo libero in questa attività collaterale.
Mi piace chiudere conte parole della canzone di Lucilla Galeazzi.
“Voglio una casa, la voglio bella, piena di luce come una stella, piena di sole e di fortuna. E sopra il tetto spunti la luna, piena di riso, piena di pianto, casa ti sogno, ti sogno tanto, ….”
Photo Courtesy Antonella Polissena, La Casa delle Donne Milano