EDITORIALE MARZO 2019 – DELL’INSONNIA
Scrivo queste righe mentre ho gli occhi pieni di lacrime in una notte in cui non riesco a dormire ne a trovare pace. Poi ci saranno gli articoli leggeri e frivoli, ma gli editoriali no, questi sono semplici spaccati di vita dove scopro qualche parte di me, in genere le più fragili.
Sono certamente più fragile e debole da gennaio, in attesa di tornare non più quella di prima, perché non la sarò mai più, ma almeno più forte e con zavorre meno pesanti sul cuore. Sono notti costellate da incubi continui, io che vorrei solo bei sogni e vorrei tutto rosa e positivo, come è nella mia natura.
Nella mia vita, come in quella di tutti noi, ho trovato tanto odio e tanto amore. Bisogna equilibrare tutto questo e spesso, ultimamente, mi è capitato di confrontarmi con persone più o meno amiche che hanno vissuto momenti di estrema difficoltà.
Bisogna liberarsi dei fardelli delle persone che portano l’odio.
Bisogna liberarsi di chi lo fomenta e lo nutre, perché c’è anche chi l’odio lo cura.
Bisogna accogliere chi ha amore per noi, disinteressato e vero: l’amore protegge.
Bisogna imparare a lasciar scivolare via, come l’olio più setoso, tutto ciò che di negativo cerca di accumularsi sulle nostre spalle.
Bisogna accogliere le persone belle, dal cuore puro e amico che si affiancano nel nostro percorso, in genere sono persone donate in regalo dall’Universo.
Ho visto piangere mie amiche e ho visto le mie lacrime, troppo spesso, scendere dai miei occhi senza potere essere fermate.
Bisogna accettare le proprie debolezze, ma non diventarne schiavi.
Bisogna curare noi stessi, siamo i primi a poterlo fare e non dobbiamo delegarlo agli altri.
Bisogna curare il cuore quando si spezza, anche se le cicatrici restano e ci ricordano quanto siamo fragili: ma in fondo è un bene.
Bisogna non elemosinare mai nulla. Ne un bacio, ne un messaggio, ne attenzioni, ne amore. Chi ne ha per noi ce lo donerà senza che dobbiamo pregare nulla.
Bisogna imparare a vivere, che è così difficile nonostante tutte le prove che la vita ci pone innanzi, nonostante ogni volta sembra che ce l’abbiamo fatta. Invece basta un nulla per rompere in mille pezzi la nostra corazza.
Bisogna accettare che le persone negative e tossiche ci saranno sempre e si nutrono del nostro essere, e bisogna semplicemente cancellarle dalla nostra vita anche se cercheranno di intrufolarsi in ogni dove.
Bisogna capire tante cose e non sempre è facile, mai lo è stato ed è tuttora così, almeno per me.
Così eccomi insonne, per difendermi degli incubi che mi tormentano da due mesi a questa parte minando la serenità che con tanta fatica avevo ritrovato con le unghie e con i denti, incubi che portano a galla le mie paure, le ansie e le insicurezze che dal negativo hanno trovato forza, ed io l’ho permesso.
Eccomi con le lacrime agli occhi perché la debolezza trova potenza nella sofferenza che viene su, una sorta di stato da cui vorresti scappare a gambe levate e non ce la fai. Perché sei un essere umano e un cuore già sfibrato da anni complicati ha bisogno solo di cure e di attenzioni, e di null’altro.
Poi pensi a tutte le cose belle che ci sono ancora da vivere e da fare e piangi perché speri di poterle fare davvero, di potere essere all’altezza e in grado, di non deludere nessuno, di non essere un intralcio per nessuno, di non essere quello che non vorresti.
Così scivolano via le ore e non vuoi dormire per non sognare, e senti il cuore che oggi ha battuto più con più ansia e velocità di quello che avrebbe dovuto, e sai che tu e solo tu puoi curarlo. Due anni fa a quest’ora, esattamente, ricordo la sensazione forte di volere lasciarmi andare, di non volere più nulla e di avere il mal di vivere. Molte cose sono cambiate, una luce è riapparsa nel cuore sino a contenerlo tutto. Forse è proprio questo il punto. Quando riappare la luce hai paura di tutto ciò che possa farla spegnere, la proteggi come se fosse la tua vita, perché in fondo te l’ha restituita.
È difficile imparare a vivere, è difficile surfare tra le onde, tra le tempeste e i venti. A volte sarebbe comodo lasciarsi affogare o trascinare, ma sappiamo tutti che la vita va vissuta da noi, e non dobbiamo lasciarci vivere perché è troppo prezioso il dono che abbiamo ricevuto.
Imparare a ricominciare a vivere questa seconda parte di vita. Il mantra da ripetere con positività e gioia anche in queste notti, quando la solitudine ti avviluppa come una coperta e resti sveglia per non sognare e vorresti dormire per non pensare.
Sono chinata per terra in ginocchio a raccogliere i mille e mille pezzi della mia corazza che si è spaccata e piango. Non potrò più rimetterli assieme, non potrò più indossarla quella corazza. Voglio solo raccoglierli, metterli in un sacchetto di morbido cotone e donarlo al vento perché li faccia volare via, insieme alla prima parte della mia vita e a tutto quello che ho vissuto.
Che si possano dissolvere nel vento e che la mia parte più debole, venuta allo scoperto, possa trovare forza in un vento nuovo.