Editoriale Novembre 2018 – Dell’autunno e del rispetto.
C’è la luce radente di un ottobre che finisce, veloce come è arrivato con i suoi profumi e variegati colori d’autunno, e di un novembre che si manifesta come sempre lento e lungo, uno dei mesi più lunghi dell’anno.
C’è però la luce ambrata e dalle sfumature del miele: una delle luci più belle che si scoprono tra i mesi. Dovevo scrivere l’editoriale di ottobre, ma tra un viaggio e l’altro, ritardi vari di pubblicazione e altre faccende, me ne sono completamente dimenticata e accorta solo quando il mese volgeva verso i suoi ultimi giorni.
Quindi sto guardando questo ottobre che è terminato con la natura impazzita che causa danni inimmaginabili e che si riprende con violenza ciò che le è stato tolto: il rispetto.
In realtà l’autunno è un mese che mi è sempre piaciuto grazie, appunto, ai suoi colori e ai suoi profumi. La legna nelle stufe e nei camini che ricominciano a funzionare diffondendo l’inconfondibile sentore tra i vicoli delle case, l’odore della pioggia, la nebbia che avvolge ogni cosa regalando quel tocco di magia, le tisane calde e le mele, la cannella e tutte quelle cose tinte di caldo che fanno riassaporare la propria intimità, ovunque essa sia.
Le foglie croccanti per terra e le distese di arancio e rosso, e quella luce così speciale che illumina tutto. I primi maglioni e l’aria più fresca, le coperte e i piumini buttati addosso e tutto ciò che è casa. Addirittura in autunno mi viene voglia di cucinare e chi mi conosce sa che questa cosa ha un che di miracoloso.
Ho imparato quindi a riamare anche l’autunno, nonostante tutto e nonostante ancora nutro profondo risentimento per ciò che mi ha portato sei anni fa, in novembre, stravolgendo la mia vita.
Ma è sempre una questione di rispetto, appunto.
Piano piano ricominci ad assaporarne le piccole cose e ti rendi conto, come sempre ormai, che nulla è scontato e che se il mondo si rovescia, proprio come nei giorni passati, poi tra le tende di nubi riappare il sole.
E quando riappare è talmente potente che un po’ ti acceca.