Polesine, una bella sorpresa.
È quando ho sentito le note della 110 di Beethoven (una Sonata per pianoforte) provenire da una casa immersa tra i colori dell’autunno che avanza in fretta, che mi sono fermata di scatto e ho avuto una visione, un flashback di quelli rapidissimi dove tutto torna a galla in un ricordo vivido di quasi ventiquattro anni fa.
Sono a Milano, in Conservatorio, e sto studiando come una pazza sullo Stenway nella mia aula tutti gli arpeggi del primo tempo della 110. La porto all’esame, e questa sonata non è propriamente una passeggiata. Sono una giovane ragazza piena di sogni, aspettative per il futuro, positività verso un mondo tutto da scoprire. Penso a tante cose mentre le dita scorrono rapide sui tasti bianchi e neri e mentre impreco in aramaico contro la Fuga dell’ultimo movimento, una bellezza sublime per chi ascolta a lavoro finito, ma un tormento da studiare. Fuori dalle finestre c’è il sole di una primavera già a pieno regime, io mi sento giovane, felice e soprattutto eterna e al riparo da ogni dolore.
Rieccomi a Fratta Polesine, un piccolo paesino vicino a Rovigo, in un primo viaggio stampa in questa terra che conoscevo di nome, ma non di fatto. Stiamo tornando, un piccolo bellissimo gruppo capitanato da una guida eccezionale, Franco Cestonaro (che ringrazio infinitamente per la sua pazienza e per avermi scattato una bellissima foto) da un giro attraverso le expertise di questo angolo d’Italia e ci fermiamo a fare una passeggiata proprio qui. Ed ecco le note della mia Sonata di Beethoven. Qualcuno che è avvezzo a prendermi in giro penserà che avrò pianto ed ha ragione: due lacrime mi sono scese sulle guance guardando in alto una casa d’epoca, sentendo il profumo dell’autunno tutto intorno, e ascoltando un primo movimento suonato piuttosto bene.
Ogni luogo racchiude qualcosa di nostro, è questo ciò che ho imparato: ogni luogo magari sconosciuto al suo interno ha qualcosa che ci lega a lui, e a volte sono proprio i ricordi racchiusi in angoli della nostra mente ormai molto lontani, vividissimi ogni qual volta li si illuminano.
Il Polesine quindi, giacché il mio articolo dovrebbe raccontare di questa terra e non dei miei ricordi. Certamente ho in previsione di tornare per un progetto più dettagliato, perché ogni cosa che mi regala belle sensazioni io la voglio ripercorrere. E ci sono cose che non ho visto, come per esempio il Delta del Po, gli allevamenti di cozze e ostriche e gli assaggi culinari qui e la (settore per il quale sono assolutamente portata e chi mi legge lo sa bene), le ville palladiane e altre piccole grandi meraviglie.
Però ho scoperto che in questa terra d’Italia esiste una eccellenza famosa in tutto il mondo e gran poco conosciuta qui: una zona industriale completamente dedicata alla costruzione delle giostre e di tutto ciò che gira intorno ad un Luna Park. Direte, magari, mah. E invece.
Il settore delle giostre da lavoro a tantissime persone, tra cui artigiani specialisti, ingegneri, progettisti, insomma è una vera e propria macchina perfetta. La abbiamo definita l’ingegneria delle emozioni, e certamente è stata una sorpresa incredibile accorgersi di una simile realtà. Per esempio, voi lo sapete che la ruota panoramica più grande al mondo è stata progettata e costruita proprio qui? Sono certa che no, non lo sapete. E lo sapete che tutte queste aziende cercano continuamente personale specializzato oltre ad artigiani degni di questo nome? Difficile che lo sappiate. Oppure che qui c’è una azienda che costruisce caravan che non hanno nulla da invidiare ad appartamenti di lusso e non solo, si impegnano in nuovi progetti che contemplano case mobili per disabili e per utilizzo sanitario? No, sono quasi convinta che non lo sapete. Non lo sapevo nemmeno io. Peccato, e proprio da qui ci è venuta in mente l’idea di proporre questa realtà consolidata da tempo, Patrimonio dell’Unesco. Vediamo cosa accadrà.
Nel frattempo abbiamo discusso alla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo insieme a tanti colleghi giornalisti, blogger, influencer, il gruppo Eurogiornalisti magistralmente organizzato da Mauro Gentile (grazie Mauro per tutto quello che hai fatto per noi in questi due giorni così intensi e splendidi) su come potere incentivare un buon turismo, soprattutto consapevole e non fine a se stesso poiché troppo di bello abbiamo in questo paese e tanto impegno dobbiamo metterci noi, che abbiamo una piccola voce in capitolo, un piccolo spazio per poterlo divulgare. Il Polesine, un territorio ricco di eccellenze e un territorio che mi occuperò di farvi scoprire meglio, nel mio stile Della Classe, per farvi venire voglia di tuffarvi nella sua realtà.