Editoriale Settembre 2018 – Quello che ho imparato dalla Vita
In questi ultimi mesi ho avuto molti spunti di riflessione, molti momenti di solitudine e piccole e grandi consapevolezze. Ho avuto modo di leggere parecchio, di parlare con persone, di restare in rigoroso silenzio di tomba mentre tutti dovevano esprimere il Verbo, mi sono scontrata con dinamiche variegate. In questi ultimi sei anni in cui ho affrontato prove e situazioni che non avrei mai voluto, in questi ultimi due anni in cui ho imparato a vivere di nuovo da sola come se avessi dovuto rinascere ancora buttata al mondo malamente, in questo ultimo anno in cui sono riuscita ad accogliere miracoli, in questi ultimi mesi in cui ho ritrovato un equilibrio, ecco.
In tutto questo tempo dove continuo a ricevere messaggi stupendi da parte di chi mi segue e iniezioni di veleno da parte di chi mi detesta – e che finalmente ho imparato a lasciar scivolare come olio profumato sulla pelle – ho redatto una lista di cose che ho imparato dalla Vita. E naturalmente sono assai personali perché ognuno ha il proprio percorso, le proprie vittorie e sconfitte, i propri momenti di gioia e di disperazione, il bagaglio di esperienze che il destino mette a disposizione e che sta a noi srotolare, dipanare, adattare, migliorare.
Cosa ho imparato?
Ho imparato che la parola MAI, soprattutto associata a IO (esempio, Io mai, Io mai più, mai io lo farò, mai accadrà, mai succederà) non esiste. Bruciata. Sparita. La parola e la concezione di MAI non esiste.
Ho imparato che nell’inferno, se ci devi passare, non devi mai voltarti indietro ne prendere scorciatoie. Nell’inferno ci passi per tutto il tempo che serve e ti ustioni, perdi la pelle, perdi sensibilità, perdi tutto. E quando ne esci non sei più la stessa persona che ne è entrata.
Ho imparato che esiste la sofferenza, quella vera, quella a doppio senso di marcia: la sofferenza di chi soffre senza rimedio e la tua in cui sei impotente e devi per forza imparare ad arrenderti.
Ho imparato la sofferenza dentro gli ospedali, le luci di traverso sui volti distrutti e le lacrime di chi tiene le mani, ho imparato la devozione di certi infermieri e medici, ho imparato a conoscere quel mondo che speri sempre di vedere da lontano e quando ti ci fiondi dentro ecco, non immaginavi fosse così.
Ho imparato la forza della frivolezza che riesce a bilanciare il buio profondo, a quanto può fare bene una giornata lontana da tutto a parlare di colori di rossetti mentre tutto intorno crolla.
Ho imparato a non sentirmi in colpa di vivere e lavorare in un mondo glamour e patinato, perché solo chi mi conosce bene sa come è fatto il mio cuore e come è la mia anima e di sole queste persone a me importa.
Ho imparato a continuare a viaggiare come una cittadina del mondo senza perdere l’entusiasmo, anzi. Ho imparato a guardare sempre tutto con stupore.
Ho imparato che nulla è scontato, soprattutto le persone della nostra vita. Le persone ci sono, ma talvolta se ne vanno, o semplicemente muoiono. E sino a ieri le davamo per scontate. Non lo sono. Le persone vanno amate, rispettate e curate quando le abbiamo accanto, dopo non se ne fanno più nulla.
Ho imparato cosa vuol dire la morte, quando si presenta nella tua giornata peggiore e ti soffia addosso sino ad alitarti in faccia la sua potenza. Ho imparato a sentirla tra le braccia e poi volare via con il suo prezioso involucro.
Ho imparato a vedere la gente per quella che è nelle diverse situazioni, e a capire chi ti sta vicino per interesse e chi per affetto e amore.
Ho imparato a non tollerare più chi non merita la mia attenzione o il mio tempo.
Ho imparato a mandare affanculo, senza troppo pensarci su.
Ho imparato che un buon calice di champagne è sempre il più valido alleato a chiudere una bella serata.
Ho imparato che le belle giornate e le belle serate esistono ancora perché il mondo continua a girare.
Ho imparato che il destino alla fine non è indifferente al tuo dolore perché se sai ascoltarlo, se sai tenere aperto un piccolo varco, se sai emozionarti e stupirti ancora, quello ti regala un miracolo.
Ho imparato che il cuore ricomincia a battere.
Ho imparato che molte donne odiano le donne e non lo capirò mai perché ci sia più odio che complicità.
Ho imparato che lavorando incontri anche persone stupende.
Ho imparato che essere snob fa bene, benissimo, e l’arguzia è una validissima alleata, sempre.
Ho imparato a donare la parte più pura e importante di me a pochissime persone al mondo, ed è meraviglioso avere un magico privé.
Ho imparato a lasciarmi scivolare quasi tutto addosso.
Ho imparato che le persone spesso parlano perché hanno la lingua in bocca, perché devono per forza dire qualcosa e spesso e volentieri non hanno nemmeno il coraggio di prendersi la responsabilità delle cose che dicono.
Ho imparato a gestire la falsità che regna sovrana nel mondo patinato che frequento.
Ho imparato a lasciarmi di nuovo andare, e a non averne paura.
Ho imparato di nuovo a fidarmi, e a non averne paura.
Ho imparato che le persone che arrivano nella tua vita come miracoli vanno solo amate.
Ho imparato che essere positiva aiuta, e che non c’è nessuna alternativa alla positività.
Ho imparato che in ogni giorno che mi resta da vivere, siano pochi o siano tanti, farò solo ciò che sento di fare, che mi piace fare, che amo fare, nei limiti del possibile.
Ho imparato che se certe cose non le puoi cambiare, tanto vale assecondarle.
Ho imparato a fare solo quello che voglio, senza condizionamento da parte di nessuno e dando retta a me stessa, che non ho bisogno dei giudizi altrui ne mai li tollererò.
Ho imparato che l’Amore non si divide mai, ma si moltiplica.
Ho imparato ad ascoltare il mio cuore, ad ascoltarmi con pazienza.
Quello che ho imparato dalla vita, e che prima mi sfuggiva per fretta e superficialità, è la Vita stessa. L’unica che ho, l’unica che mi sia rimasta. Vorrei fosse ancora, nuovamente, bella.
Photo Cover Chiara Gasbarri