Editoriale Giugno 2018 – Di scegliere l’estate e i sorrisi.
Inizia una nuova estate per me, e per tutti quanti, di grazia. Solo che per me l’estate ha sempre rappresentato molte cose belle nella mia vita, molti inizi, molti entusiasmi, molti viaggi, molti concerti, molto amore, profumo di gelsomino e di tiglio da stordirmi, odore del mare, molta felicità, molto tutto.
Poi si è capovolta come un mondo al contrario e ha significato solo cose orribili. Buste di esami andati male, lastre con metastasi alle ossa, pet inqualificabili, quarta linea di chemioterapia con risultati pari ad acqua fresca, occhiate di oncologi che non mi lasciavano speranze. Ha significato vomito in aumento e perdita di peso a rotta di collo, scale salite respirando a fatica, passeggiate di pochi metri come traguardi, incapacità di fermare il declino inesorabile, singhiozzi sotto la doccia per non farmi sentire, sorrisi a cento denti falsi come Giuda. Ha significato abbracciare solo ossa e reggerle a fatica, ha significato pranzi e cene quasi assenti, dolore continuo nel fisico e nel cuore, ha significato vedermi mentre faccio iniezioni, mentre non dormo la notte vegliando respiri e ha significato poi l’unica conseguenza logica a tutto questo. Ha significato pianti sommessi e composti, migliaia di persone ad affollare una piazza e una chiesa, un film surreale che guardavo da spettatrice, incapace di parteciparvi. Scoppiava l’estate, mi scoppiava il cuore mentre passavo le ore seduta sulla panchina del cimitero nascosta da un albero, con le vecchiette del paese che venivano a consolarmi, ieratici visi cotti dal sole e da una vita di lavoro in campagna, solide e forti nella loro abitudine al dolore e alla mancanza. Le guardavo come delle Dee.
Quindi è chiaro che da due anni a questa parte ho, con l’estate, un rapporto particolare, un po’ conflittuale perché tempo fa mi ha dato tutto e poi tempo dopo si è ripresa altrettanto con gli interessi. L’anno scorso a quest’ora ero mezza morta anche io. Ho fatto qualche viaggio come un’automa, senza nemmeno rendermi conto di quello che stavo facendo, ma giusto per farlo, per darmi un tono e una botta di schiaffi sulla faccia, ad impedirmi di passare le giornate profumate sdraiata sul divano aspettando arrivasse il buio.
Questa è un’altra estate. C’è più nostalgia, e mi dicono che la nostalgia è una fantastica alleata dell’elaborazione, perché ti insegna a fare la cosa migliore: trattenere i bellissimi ricordi e lasciare andare quelli brutti. Ti insegna a ricordare con tenerezza e meno dolore. Ci vuole ancora tempo, ma la strada è giusta. Ti insegna a fare spazio a tutto ciò che riempie le stanze nuove del cuore, quelle che si creano dal nulla come per magia e ti sorprendono perché, di fatto, si creano senza chiederti permesso, e con quella sfacciataggine che caratterizza lo spirito della Vita e il suo entusiasmo.
Questa è un’altra estate. Più profumata, più dolce e più morbida. Dove il profumo del gelsomino e dei tigli non mi ha fatto piangere, ma invece mi ha resa felice di poterlo sentire di nuovo e finalmente. Perché se al dolore bisogna sopravvivere, alla Vita e al bello non ci si disabitua mai. È il miracolo che si ripete perché siamo esseri umani con un cuore ed un cervello, e siamo vivi.
Ho letto un paio di mail che mi sono arrivate in questo ultimo mese che mi hanno fatta riflettere. Mi si fanno i complimenti per come mi pongo. Per come ho accettato quello che è successo. Per come l’ho affrontato e per la positività che riesco a trasmettere. Per la rinascita che si vede, palese.
Ecco, fermo restando che mi hanno fatto molto piacere e che comunque sui social non appare la mia giornata per intero che garantisco è tutto tranne perfetta come appare, mi si chiede se esiste un metodo.
No, non c’è nessun metodo. Siamo stati buttati al mondo ognuno con il proprio fardello e la propria pena e felicità da gestire, dosare ed affrontare. Con il cuore da fare battere e con gli occhi da fare sorridere e piangere a dipendenza del destino. Ma ci sono solo scelte da prendere. Ci sono mosse scelte e mosse obbligate, non c’è alternativa alla positività. Io avevo solo due opzioni: o lasciarmi morire lenta giorno dopo giorno, oppure scegliere di continuare ad amare la Vita nonostante tutto, nonostante la sua crudeltà e freddezza nel porgermi un conto troppo salato, che pensavo non sarei mai riuscita a pagare.
Ed è proprio quando tu scegli di continuare testardamente ad amarla, la Vita, che lei ti sorprende ricominciando a farti i suoi doni.
E spesso sono sorprendenti ed inimmaginabili, semplicemente invadenti ed entusiasti a riempire nuove stanze nel cuore.
E spesso sono sorrisi, e profumo di tiglio e di gelsomino nelle prime giornate d’estate. Una nuova estate.
Photo Cover Nixi Hess