Settembre
Bene, eccoci qui.
O meglio, eccomi qui, dopo l’agosto che mi ha letteralmente cambiato la vita. Che io ho sempre amato agosto, il mese che prelude a settembre e tutti gli inizi meravigliosi, il mio vero capodanno. Il mese che scorre più lento degli altri, che profuma di sole e salsedine, di salsa appena fatta e raccolti sontuosi negli orti. Il mese dove sfogli gli allegati con le sfilate e sogni cosa indosserai, con che maglioni ti riscalderai, che colori vorrai nell’armadio, come essere più bella e conservare la tintarella… tutte quelle splendide abitudini dell’ottavo mese dell’anno.
Agosto, con la luce che diminuisce e la sera che diventa più fresca, con le stelle più luminose e le albe più contrastate, quando sogni il primo fuoco dell’autunno, vicino a chi ami.
E niente, agosto mi ha tolto tutto.
L’amore della mia vita, che vive in me e accanto a me in dimensioni parallele e certamente meravigliose, ma sono dimensioni in cui non posso ne vederlo, ne toccarlo, ne baciarlo.
Però si, vive in me e non posso deluderlo lasciandomi andare.
Quindi.
Rimbocchiamoci le maniche e continuiamo il nostro percorso insieme.
Lasciamo il dolore e la nostalgia tra le pieghe delle lenzuola, la sera, ma cerchiamo leggerezza e amore e condivisione qui tra noi.
Che lui non avrebbe mai voluto il piagnisteo, le lamentazioni, la sciatteria o peggio l’indolenza.
Lui voleva vivere, voleva il bello, la gioia, il profumo del caffè al mattino, il primo bacio all’alba e l’ultimo prima di girarsi nel letto e dormire, voleva scattare foto e condividerle, voleva guardare il mondo ed insegnarmi ad osservarlo meglio, voleva viaggiare, amare, sorridere ed essere felice.
Lo voleva insieme a me, lusso ed onore infinito, ed io con lui e per lui e per me continuo il nostro percorso.
E ricominceremo a parlare delle ultime novità di bellezza – lui che lamentava una casa trasformata in profumeria, ma gongolava quando gli uffici stampa lo coccolavano con profumi e belletti – e ricominceremo a parlare di Moda, moda che scorre inesorabile e scandisce il tempo.
Ricominceremo a parlare di frivolezze e futilità, che ci hanno sempre aiutato ad alleggerire il peso immenso della sua malattia. Ma attenzione amici: non necessariamente dobbiamo alleggerirci da una malattia.
Ci si alleggerisce da giornate troppo pesanti, da vita a volte troppo impegnativa, da momenti di sconforto: la leggerezza aiuta, serve. Va dosata e va presa come quello che semplicemente è: decompressione.
Non prendiamoci troppo sul serio.
Non prendiamo tutto troppo sul serio.
Ci sono stati momenti surreali, mentre seduta accanto a Franz in reparto Day Hospital di Oncologia io scrivevo articoli di bellezza o editavo foto di viaggi o di sfilate.
Intanto lui era attaccato alla chemioterapia, magari vomitava, magari stava male o dormiva, e così tutti gli altri suoi compagni di malattia.
Ma sapete, il riuscire a switchare dalla cosa più importante della vita a quella più insignificante, mi e ci ha aiutato. A sopportare meglio, a non prendere troppo seriamente neppure le cure e la malattia stessa.
Franz ha vissuto molto più di quello che vive un malato di tumore al pancreas.
Franz è stato fuori statistica.
Sono certa che il nostro amore è stato il medicamento migliore.
Ma sono altresì convinta – come lo era lui, fermamente – che le fotografie ed il blog con il suo frivolo indotto sono stati fondamentali per staccare la spina, per pensare al bello, all’utile e all’inutile, alla voglia di vivere sempre, con la speranza di guarire.
Rimbocchiamoci le mani, ho scritto prima.
Ripartiamo.
La cosa peggiore che si può fare nei confronti di chi ha morso la vita sino all’ultimo boccone attaccandosene ad ogni goccia e lottando come un leone è lasciarsi andare facendo diventare fumo e ricordo tutto quello costruito insieme.
Settembre.
Il nostro mese preferito, lo rimarrà sempre.