Teatro dell’Opera di Roma: Giselle coreografata da Patricia Ruanne e Coppelia coreografata da Roland Petite e ripresa da Luigi Bonino.
Un’ emozione unica: avendo fatto danza per 25 anni ogni volta che vado a vedere un balletto dentro di me si scatena un turbinio di emozioni che a parole è difficile da spiegare, solo chi ha fatto danza sa quanto lavoro, sudore e fatica ci sia dietro l’allestimento di ogni spettacolo! Piacere mio è provare a spiegarlo, farlo comprendere, trasmetterlo a tutti. Voglio fare i compimenti ad Eleonora Abbagnato, Étoile dell’Opera di Parigi e da aprile direttrice del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera, perché sta portando cambiamenti necessari e fondamentali dentro il teatro: la sala ed i camerini completamente ristrutturati, uno staff medico che segue i ballerini in ogni momento facendoli quindi studiare in condizioni ottimali, ma soprattutto dando finalmente spazio a tanti giovani talenti che possono quindi alternare i ruoli principali nelle varie recite. Tanto lavoro e passione si percepiscono subito.
Il Sipario si apre ed é magia: la bellezza delle scenografie, la musica che guida, illumina e si fonde con i corpi che ballano.
Si esalta un corpo di ballo molto affiatato e nei ruoli principali di Giselle e di Swanilda in Coppelia spicca la giovane Susanna Salvi della scuola del teatro dell’Opera, che con la sua grazia ed eleganza e con i suoi virtuosismi riesce a rendere invisibile la tecnica.
La storia di Giselle ve la racconto brevemente: si tratta del il tragico amore tra Giselle e Albrecht. Lei è una fanciulla di umili origini e crede che anche il suo amato sia povero. Albrecht in realtà è un principe ed ha già una promessa sposa. A smascherarlo è il guardiacaccia Hilarion, il quale è a sua volta innamorato di Giselle. Lei però, quando scopre la verità, impazzisce e muore. Albrecht e Hilarion si confrontano davanti alla sua tomba quando si manifestano le Villi, spiriti inquieti di fanciulle tradite dal loro amore che vogliono vendetta per Giselle, ma lei farà in modo di salvare l’uomo che, nonostante tutto e oltre la morte, ama ancora.
È un balletto estremamente interpretativo e Susanna con la sua tecnica e le sue linee morbide é riuscita in pieno a rappresentare questo ruolo sia nel primo Atto dove deve passare dalla felicità dell’innamoramento alla pazzia ed alla tragedia della sua morte, sia nel secondo Atto dove interpreta lo spirito di Giselle che accompagna il principe Albrecht nella sua folle danza, per salvarlo dalla maledizione delle Willi, gli spiriti di donne morte per amore.
Coppelia invece è un balletto completamente diverso: narra la storia dell’amore di Franz per la misteriosa Coppelia, la bambola meccanica costruita dal giocattolaio-stregone Coppelius. Gelosa è Swanilda, la compagna di Franz, che si introduce nel laboratorio per carpire il segreto di Coppelia. Sorpresa dal giocattolaio si sostituirà alla bambola danzando prima come una marionetta e regalando poi a Coppelius l’illusione di aver tramutato, grazie alla magia, la creatura di pezza in una fanciulla in carne ed ossa dalle movenze gentili e aggraziate. Alla fine Coppelius scoprirà l’inganno e si vedrà costretto a contemplare il rinnovato amore di Franz e Swanilda che convoleranno a nozze.
Corpo di ballo anche qui eccellente, con una Susanna Salvi calata perfettamente nel ruolo di Swanilda allegra, solare con ogni passo gesto ha letteralmente trascinato il pubblico nella storia.
La Danza non è spiegabile a parole, nulla di quanto se ne possa dire o raccontare potrà sostituire ciò che alla fine si vede su di un palcoscenico: la grande emozione di veder tramutare il sacrificio di infiniti giorni di studio in sogno e leggenda.
Gilda Laudisa
Photo courtesy: Yasuko Kageyama – Teatro dell’Opera di Roma
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