AltaRoma 2015: e così alla fine ha vinto la Moda.
Ha vinto la giusta importanza che si deve dare al lavoro di centinaia di persone, alla dedizione e ai sacrifici di tutti i giovani emergenti e di tutti i giovani stilisti che hanno investito tutto ciò che potevano investire per una vetrina importante, per un cono di luce meritato, per una passerella sognata, desiderata, che per un attimo ha rischiato di non esserci.
AltaRoma si è avverata proprio come un sogno grazie a chi non ha mollato, grazie a chi ci ha creduto, grazie a chi l’ha sostenuta a suon di hashtag #iostoconaltaroma e grazie al buon senso delle istituzioni. Ha vinto contro chi aveva perso le speranze, contro il blocco delle auto di domenica, contro gli spazi ristretti e contro le corse contro il tempo di un calendario fittissimo. Ha vinto chiudendo in positivo la sua 26ª edizione.
Certo, forse saranno da rivedere bilanci, numeri, pianificazioni, budget, ma una cosa è certa: rischiare di eliminare i sogni di chi nella moda investe, rischiare di fare fuori una kermesse che crea posti al sole per i giovani che saranno, ci si augura, gli stilisti di domani, sarebbe da pazzi.
Da pazzi perché risulterebbe difficile accettare la scomparsa di una vetrina così importante che crea lavoro, quando di sprechi e denari buttati a piene mani fuori dalle finestre foraggiando la qualunque qui in Italia si è sommi maestri.
Da pazzi perché bisogna farsene una ragione: il mondo sarà dei nuovi emergenti, dei nuovi stilisti, le generazioni cambiano e bisogna fare in modo che i ragazzi di oggi abbiano le stesse opportunità di chi li ha preceduti.
E loro hanno un punto a favore e uno contro: se grazie a internet, il social e tutto quanto vi gira intorno la comunicazione fatta bene garantisce un impatto immediato, dall’altro vivono un tempo ben diverso dai loro predecessori: il momento storico dal dopoguerra agli anni Novanta sarà irripetibile.
AltaRoma s’ha da fare. Ridimensioniamola, equilibriamola, impostiamola come faro di luce per promuovere questa generazione.
Ma facciamo che questo faro resti acceso e diventi un punto di riferimento luminoso per chi avrà la competenza, il sacrificio e la bravura di arrivarci.