ADRIANA MULASSANO, storia di una Regina e della Moda che le insegnò a volare.
Una premessa è d’obbligo prima di raccontare una storia intensa di una donna che ha vissuto gran parte della sua vita in corsia di sorpasso. Adriana Mulassano è per me una persona speciale, una donna che fa parte della mia vita da qualche anno in maniera insostituibile. Ci sono rapporti che si costruiscono con anni e anni di vita comune e di conoscenza e frequentazione continua. Ma ci sono anche rapporti che diventano viscerali e stracolmi di amore e affetto per il semplice fatto di incontrarsi e vedere vibrare le proprie energie di suono comune e affine. Ecco, con Adriana è stato così. È stato naturale amarla e farsi amare da lei, è naturale non sentirla per qualche settimana al telefono, ma sentirla dentro e vicina in ogni momento, è naturale amarla incondizionatamente. Adriana è speciale, punto e basta, senza giri di troppe parole. Adriana ti conquista e ti stravolge come un fiume in piena con il suo amore perché è così. Adriana ti tiene a bocca aperta per ore mentre ti racconta la sua vita, qualunque angolazione di essa decida di svelarti. Adriana è Audrey e come lei, per me, nessuna al mondo.
Adriana Mulassano nasce un po’ di tempo fa a Milano, cresce curiosa ed entusiasta della vita e studia diligentemente come le ragazze di buona famiglia di cui lei fa parte. Una famiglia benestante, un futuro pensato tranquillo nella borghesia milanese. Ma Adriana non è una ragazza tranquilla, vuole scoprire il mondo perché sa e intuisce che le possibilità e le chances si conquistano fuori dalla porta di casa e dunque, al traguardo della maturità chiede un solo grande regalo: un anno sabbatico in un paese anglofono, che sia l’Inghilterra o l’America, tanto basti per imparare la lingua e vedere una porzione di mondo totalmente sconosciuto perché lei sa solo una cosa: vuole essere Adriana, non una qualsiasi del gregge. Naturalmente vince l’America e con esso il sogno americano che è custodito in ciascuno di noi e a diciannove anni, con in tasca il diploma di maturità corredato da encomio solenne del Presidente della Repubblica e le risorse finanziarie per mantenersi tre mesi, Adriana parte, destinazione New York City.
Il progetto è quello di restare un anno e non solo pochi mesi, bisogna trovare un lavoro e in men che non si dica Adriana viene assunta da un bar dove impara a fare la cameriera. Il destino bussa alla porta sotto forma di un signore distinto e silenzioso che ogni sera alle diciannove in punto si presenta al locale con una pila di giornali da leggere, si siede al suo solito tavolo e tra un caffè e un sandwich passa li un paio di ore. Una sera, dopo circa quindici giorni di caffè serviti al tavolo, alza lo sguardo e la osserva attentamente porgendole una sola domanda: “Ma perché tu lavori in un bar?” C’è da dire che Adriana ha quasi vent’anni e con loro ha la giovinezza e la freschezza stampate con cura sul suo bel viso e sull’esile figura che ne fanno una ragazza decisamente aristocratica e poco collocabile dietro al bancone di un bar. Lei racconta del suo regalo di maturità, della voglia di scoprire un po’ di America e di questo lavoretto che le permette di potersi mantenere dignitosamente, per ora le basta questo. Il signore rilancia con un’altra domanda, che segnerà per sempre la vita di Adriana anche se lei in quel momento lo ignora. “La moda ti interessa?”
Con la sua disarmante semplicità Adriana risponde che non lo sa, non ne ha idea, ma che ci penserà. Il silenzioso signore sfila dalle sue carte il suo biglietto da visita e glielo porge dicendole semplicemente che se vuole provare e vedere come è il lavoro lui la aspetta nel suo studio. Adriana chiama la madre, grande conoscitrice a appassionata di moda che sicuramente saprà indirizzarla, e le racconta l’episodio accaduto al locale. Quando svela il nome scritto sul biglietto da visita la madre ha un sussulto e le impone un ordine: l’indomani alle 8:30 deve essere da lui. E così è, il giorno dopo la giovane ragazza che di fashion non si interessa ancora diventa l’assistente di Richard Avedon, fotografo leggendario che le insegna a diventare fashion buyer e la introduce nel mondo patinato di una Moda in piena espansione, una Moda creativa e non ancora corrotta da sistemi prevalentemente commerciali. Non solo, in questo mondo Adriana entra dalla porta principale. Passa un anno e mezzo nel quale diventa brava a scovare l’accessorio perfetto per ogni servizio fotografico, dove ogni indirizzo segreto di Manhattan diventa meta abituale, dove i trucchi del mestiere si svelano e diventano parte di un bagaglio di esperienza irripetibile.
Ma Adriana Mulassano è inquieta e ha capito che vuole scrivere. Far scivolare la penna sulla carta, sentire l’odore dell’inchiostro, raccontare il suo punto di vista, mettere giù il fiume in piena di sensazioni ed emozioni che la scuotono e la sollecitano. Avedon lo capisce bene e le da un consiglio che diventa un’altra chiave di volta nel suo destino: l’Europa. I giornali europei a suo dire sono migliori di quelli americani e provare ad entrare in una redazione europea dovrebbe essere una condizione ottimale. Adriana saluta l’America e vola a Parigi, destinazione Elle Paris che negli anni Sessanta è la Bibbia della Moda, un punto di riferimento importantissimo per il settore. Ci resterà un anno e mezzo iniziando a scrivere didascalie, poi i titoli e i sommari e finalmente, dopo sei mesi, le prime interviste e gli articoli. Il sogno si avvera.
Nel frattempo, in Italia, il Corriere della Sera sta preparando una rivista, un settimanale femminile che si chiamerà Amica e sta cercando personale. C’è entusiasmo, un progetto tutto nuovo per l’editoria italiana, basta un colloquio e Adriana è immediatamente assunta. Passeranno quattro anni, i migliori primi quatto anni di una rivista che diventerà un punto fermo del settimanale femminile per eccellenza. Nel frattempo Adriana si mette alle costole di Irene Brin, l’Istituzione del giornalismo di moda che prende in simpatia questa giovane donna affamata di imparare, di sapere, entusiasta all’idea di migliorarsi sempre di più. La porta con se alle sfilate, nei backstage, la fa scrivere. La fa scrivere. Per Adriana è una soddisfazione immensa e quando la Brin lascia, va prima dal direttore chiedendo esplicitamente di provare questa ragazza che a suo avviso è il suo degno successore. Si apre dunque la grande avventura tra le pagine del Corriere della Sera che all’epoca ha la famosissima Terza Pagina, sezione di Cultura e Moda, un’avventura che diventa scuola di vita: Citati, Moravia, Magris, Pasolini, Montale si avvincendano in redazione mentre Buzzati diventa il vero maestro di Adriana. Un momento storico irripetibile.
Adriana scrive di Moda con lucidità e onestà intellettuale che la rendono famosa e temuta, non per niente il soprannome che le viene affibbiato è la “Papessa” della Moda, ma si sa che scrivere ciò che si pensa talvolta porta problemi che sono superiori e vincono qualità e moralità: gli uffici stampa degli stilisti non accettano che sfilate e collezioni possano essere criticate duramente sulle pagine del quotidiano dove spesso e volentieri acquistano grossi spazi pubblicitari. Adriana non accetta alcuna imposizione che la obblighi a non essere se stessa e impiega meno di un battito di ali a rassegnare le dimissioni da un giornale in cui chiunque farebbe carte false per entrarvi. Spiega al direttore Stille le sue motivazioni e alla domanda se il suo futuro è a Repubblica lei risponde serafica che no, il suo futuro è in mezzo alla strada. Una strada che dura una settimana poiché Luca Cordero di Montezemolo ha un’agenzia di pubblicità da mandare avanti mentre si occupa di Italia 90, Adriana è la persona giusta e resterà li per un anno entusiasmante e ricco di soddisfazioni sino a che non squilla ancora il telefono.
Stavolta il destino appare sotto forma di Giorgio Armani, il Re, che le chiede disinvolto quando può averla da lui. Alla risposta di Adriana “a cena?” lui precisa ed insiste che la vuole nel suo staff per lavorare, per tirare su un ufficio stampa come si deve e diretto da una vera giornalista con esperienza. Re Giorgio conosce perfettamente il valore di Adriana mentre lei sa bene che lavorare con lui non sarà facile, ma di certo stimolante ed ogni giorno diverso. Entra dunque in una famiglia allargata in cui non esistono compromessi ne frustrazioni, è una dimensione totalmente nuova, l’entusiasmo è alle stelle poiché lavorare con Armani significa essere gioiosi e severissimi allo stesso tempo, perfezionisti e critici e ogni giorno non è mai uguale al precedente. Passano otto anni incredibili e nel frattempo Adriana si sposa – con Sergio Giordani, noto autore televisivo – ed arriva il momento in cui per la prima volta nella sua vita mette davanti la vita privata: con un anno di preavviso comunica ad Armani che si trasferirà a Roma definitivamente. Il Re fa finta di nulla sino alla sera dell’ultimo saluto che avviene nel suo studio illuminato solo dalla luce esterna, l’atmosfera pesa di distacco, nostalgie non dette, e lui non le rivolgerà più la parola per un anno intero. Sarà una telefonata di Adriana a rompere un limbo di silenzio che si frantumerà in una risata mentre tutto torna come prima.
Una vita unica quella di Adriana Mulassano, scandita da persone, luoghi e momenti storici che la porteranno ad insegnare per potere tramandare tutto ciò che può della sua amata Moda, ma anche della Vita perché il rapporto umano è fondamentale, l’amicizia e la condivisione sono la base che fa scoppiare la scintilla e la passione. Adriana insegna Giornalismo di Moda presso l’Accademia di Costume e Moda di Roma e naturalmente ho voluto chiederle cosa consiglia ad un’aspirante giornalista che vuole lavorare nel mondo del Fashion System.
“L’Onestà intellettuale, prima di tutto. La moralità, l’essere se stessi senza condizionamenti esterni, il cercare di distinguersi dall’epoca un po’ cialtrona e superficiale che negli ultimi anni ha avuto il sopravvento. Avere etica e cultura, studiare, studiare e ancora studiare: la conoscenza approfondita della materia di cui si vuole scrivere è fondamentale per distinguersi dalla massa di coloro che credono di sapere tutto, i tuttologi della situazione. Studiare la Storia della Moda, non quella delle celebrities sedute in prima fila alle sfilate. Immergersi totalmente in ciò che è la passione di quello che si vuole fare. Senza tutto questo è meglio non iniziare neppure, senza passione e studio non si va da nessuna parte. E ricordarsi bene che la Moda è guardare al passato, ma con l’ottica del futuro.”
Photo courtesy Adriana Mulassano
4 Comments
Titti,meno male che ti amo,sennò ti bastonerei !!!!!Mi hai fatto letteralmente scendere dei lacrimoni di commozione,tanto è ben raccontata la mia storia.Mi auguro soltanto che possa servire a qualcuno,anzi a molti,per capire che la vita è fatta sì di determinazione e fortuna ma anche e soprattutto di passione e cultura.Con tutto l’amore che sai ,grazie!Adriana
Titti, la sua storia è bellissima, mi ha emozionato tanto, soprattutto infonde coraggio ed ottimismo che di questi tempi scarseggiano un pò. Ed anche tu poi hai il dono della scrittura. Ti abbraccio forte :*
Sicuramente quella che si puo definire a tutti gli effetti una gran donna… E agiiungerei una fonte di ispirazione per tante di noi.
Baci Titti
NEW OUTFIT
http://www.angelswearheels.com
una storia bellissima…complimenti!