MASQUE MILANO, LUSSUOSE ESSENZE
Masque Milano, lussuose essenze
Continua la rubrica #dellaclasseformadeinitaly, presente ormai da aprile e volta al sostegno del nostro meraviglioso Made in Italy.
Ci siamo lasciati con uno splendido brand di borse e ci ritroviamo oggi a parlare di una realtà tutta italiana che crea jus unici, la profumeria artistica trova la sua perfetta collocazione assieme a Masque Milano, che racconto nell’intervista di oggi.
Chi siete, la vostra storia
Mi chiamo Alessandro Brun, sono professore al Politecnico di Milano dove da diversi anni faccio ricerca e insegno sui temi di Luxury Management, la gestione delle aziende nel settore dei beni o servizi di lusso. Per tanto tempo ho pensato di poter conciliare le passioni artistiche – dalla musica al design – e le tecniche manageriali che insegno al Politecnico.
Una dozzina di anni fa, tra i banchi di un Master in Management, ho trovato uno studente particolarmente interessato ai temi di gestione delle aziende di profumeria artistica. Riccardo Tedeschi, laureato in ingegneria a Perugia, ma convertito al inebriante mondo del beauty & luxury dopo un periodo di studio trascorso in Australia.
Io e Riccardo in poco tempo abbiamo scoperto di condividere numerose passioni, ma soprattutto avevamo entrambi l’idea di fondare una nostra azienda. Da lì alla decisione di fondare una nostra realtà imprenditoriale il passo è stato breve.
Abbiamo investito circa due anni per fare ricerca, studiare, e cercare fornitori di materie prime e di packaging che ci potessero aiutare a realizzare la nostra idea: realizzare profumi – e altri prodotti per la persona e per la casa – innovativi, di elevatissima qualità, contenuti in packaging “di design”, realizzati artigianalmente, con materiali pregiati e lavorazioni manuali.
Il nostro percorso è partito dalle passioni in comune per gli oggetti di design, per la musica (dal Rock Britannico all’Opera musicale), per lo stile e l’eleganza classica italiana, per le esperienze sensoriali – gusto e olfatto, dal cibo, al vino, alle fragranze.
Ci siamo imbarcati in una avventura che ci ha portato a viaggiare, non solo alla ricerca di fornitori, ma anche alla ricerca di ispirazioni, da trasformare in memorie olfattive, da catturare e imbottigliare…
Cosa fate
La risposta l’ho appena data: imbottigliamo memorie olfattive! Non lo dico per scherzo, è solo il nostro modo originale di raccontare il nostro progetto.
Sulla base delle passioni comuni, io e Riccardo abbiamo costruito un racconto costituito da 16 “Scene”. Ci siamo dati l’obiettivo di realizzare una fragranza per ciascuna di queste scene, raggruppando le scene, in 4 “Atti”.
Eco dunque un’Opera profumata in 4 atti, ciascuno composto a sua volta da 4 scene. La realizzazione di ciascuna delle 16 fragranze è stata affidata ad un diverso “naso” che si è trovato ad interpretare una scena della nostra Opera Olfattiva.
Un’esempio?
Il primo atto è l’atto delle Esperienze. Una delle fragranze si chiama Russian Tea. È il racconto di una fantastica esperienza sensoriale nella quale ci siamo trovati io e Riccardo, con le nostre compagne alcuni anni fa, a San Pietroburgo. Sulla prospettiva Nevski siamo entrati in una libreria. Al primo piano, un caffè. Abbiamo scelto un largo tavolo di fronte all’ampia vetrata, affacciata sulla Cattedrale di Nostra Signora di Kazan, e abbiamo ordinato un “Rituale del Tè Russo”.
Il samovar fumante; le foglie di menta fresca nella teiera; il tè nero, scurissimo, affumicato. E il diniego della cameriera, con il suo bel grembiule e la mostrina di pizzo, alla richiesta di zucchero. “Bez sachar…”: ci ha suggerito di mettere della marmellata di lamponi per addolcire il tè.
Un’esperienza gustativa di questo tipo non poteva non trasformarsi in una fragranza della nostra collezione.
La cosa di cui siete più orgogliosi e fieri?
Certamente la scelta dei nasi.
Innanzitutto dal primo giorno del nostro cammino abbiamo deciso di dare il giusto credito a chi avrebbe contribuito a creare le nostre fragranze, per questo su ogni flacone e su ogni scatola delle linee MASQUE Milano, troverete scritto – oltre al nome dato al profumo – anche il nome e cognome del profumiere dietro alla creazione della fragranza. Poi abbiamo deciso di investire in nasi giovani, credendo di poter contribuire ad un processo di ricerca e selezione dei talenti, piuttosto che cercare la collaborazione con grandi maestri profumieri già affermati.
Forse in maniera un pochino “sconsiderata” abbiamo deciso di prenderci un rischio e scommettere su dei giovani senza un repertorio e un curriculum che potessero in un certo senso costituire una garanzia del risultato. Questa scelta nel tempo ha avuto una evoluzione imprevista.
Abbiamo potuto vedere questi giovani nasi incontrati per caso ad una fiera, conosciuti personalmente con viaggi ai loro laboratori o, assieme, nei campi in fiore (dal narciso, alla mimosa, alla rosa, all’iris… quante fioriture siamo andati a scoprire in questi anni) piano piano diventare sempre più importanti a livello internazionale. Con alcuni di loro siamo partiti muovendo assieme i primi passi, e ora sono grandi professionisti. Possiamo dire che alcuni brand competitor hanno scelto di lavorare con alcuni nasi dopo aver sentito quello che avevano creato per MASQUE Milano.
Inoltre la visibilità data ai nasi con il tempo ha dato i suoi frutti: abbiamo avuto la piacevole conferma di aver scommesso sui giovani giusti. Questo ci è stato riconosciuto in più ambiti, Luca Turin nel suo blog perfumesilove.com, parlando della creazione di Tango scrive “To their eternal credit, MASQUE sought out Cécile Zarokian before everyone else did, and she produced a remarkable piece of work”.
Dopo una decina di anni e diversi lanci di successo, ora i giovani profumieri ci vengono a trovare perché vorrebbero collaborare con noi. (Nel 2020 Kintsugi è finalista del premio Accademia del profumo, Love Kills è finalista del premio Art and Olfaction awards, Mandala è stato indicato da Fragrantica come uno dei 6 migliori profumi del decennio 2010-2020)
Avete un prodotto che vi rappresenta più di altri?
Ogni nostra creazione ci rappresenta in ugual modo, non ci siamo mai affidati a team di creativi esterni. Tutto quello che facciamo è opera del nostro spirito creativo e piena riflessione dei nostri gusti. Nei primi anni i flaconi utilizzati erano quelli classici della profumeria, quando finalmente abbiamo avuto il budget per realizzarne uno tutto nostro abbiamo disegnato il flacone dei nostri sogni. Questi oggetti sono stati disegnati per stare bene sulle mensole delle nostre case e i profumi sono stati formulati perché io e Riccardo li potessimo indossare e perché dessero piacere innanzi tutto a noi.
Mio padre era soffiatore di vetro in un piccolo laboratorio in zona Città Studi a Milano. Quando, dopo la scuola andavo a vederlo lavorare, mi rendevo conto di tutto il significato di Made in Italy… quanti pomeriggi, quanti particolari, la temperatura del forno, il colore del vetro dopo la tempra, il materiale della pinza, l’argento per specchiare… Il saper fare dell’artigiano, frutto solo e soltanto di tanti anni di esperienza in bottega.
Per me il Made in Italy è questo. L’ho respirato visitando cantine, tornitori di legno nelle valli bergamasche, ceramisti di Deruta, calzolai a Parabiago, gioiellieri a Valenza… (NdA: i nostri tappi oggi sono fatti di legno tornito da un azienda artigiana Lombarda; nella vecchia collezione erano fatti di ceramica da tre ceramisti umbri).
Il nostro prodotto è quasi totalmente made in Italy. Flacone Bormioli, scatola cavalieri e amoretti, i decori sul flacone vengono realizzati in un’azienda dell’hinterland milanese per poi andare a sud di Milano dove vengono riempiti. La bellissima etichetta metallica che riporta il nome del naso è fatta da un’azienda della bergamasca.
L’unico componente che arriva da oltralpe è la pompa: il meccanismo di vaporizzazione è fondamentale e abbiamo deciso di rivolgerci alla multinazionale Francese che realizza le migliori pompe per profumeria al mondo.
In questo momento complicato, state lavorando?
Sì stiamo lavorando, possiamo dire che non ci siamo fermati neanche per un giorno, letteralmente: quando lavori con gli Stati Uniti lavori la sera, quando lavori con l’Estremo Oriente lavori la mattina all’alba, quando lavori con gli Emirati Arabi lavori la domenica…
Chiaramente in questo momento le vendite sono rallentate, ma il Covid non ha rallentato lo sviluppo delle nostre fragranze. Siamo online: non per vendere ma per comunicare con il mercato.
Il mio ruolo di Direttore Artistico mi vede impegnato con i nasi, con i fornitori di materie prime, con il nostro valutatore, con i laboratori di analisi e nella ricerca di nuove direzioni olfattive. Poi c’è il dialogo con gli appassionati che si è spostato dagli eventi tipo “festival del profumo” – o i più improvvisati “meet and greet” – a delle live con Domande e Risposte fatte sulle piattaforme social.
In una “live” che ho fatto con un gruppo di appassionati Indiani mi sono state fatte delle domande che hanno risvegliato una mia passione per alcuni profumi particolari che ritrovo in ogni viaggio in India (sono Direttore di un Master che si svolge in parte a Mumbai e in parte in Italia, per questa ragione prima del Covid andavo 2-3 volte all’anno in India).
Chissà, magari tra qualche anno, quando lanceremo una fragranza ispirata alle atmosfere della Bombay coloniale, qualcuno si ricorderà che l’idea di lanciare questo profumo è nata durante una live durante la quarantena del 2020!