EDITORIALE FEBBRAIO 2018 – DELLA NEGAZIONE A QUALUNQUE COSTO
Editoriale Febbraio 2018 – Della negazione a qualunque costo.
Ultimamente non bazzico moltissimo su Facebook poiché il tempo spesso mi è avverso e la modalità del voyeurismo cibernetico scarseggia. Ma, negli ultimi giorni ogni tanto tra un articolo e l’altro ho sbirciato e mi sono resa conto di una cosa e cioè che la principale occupazione dei più è la negatività assoluta. La negazione, l’essere sempre comunque contro, comunque avverso, comunque NO.
Non capisco francamente quale sia l’esatto scopo di chi deve sempre vomitare frustrazioni e critiche gratuite, perché la provocazione ci sta e diverte – e io lo so bene – ma la negazione a tutto ciò che accade, il diniegare per partito preso è davvero talvolta quasi insopportabile. Febbraio ne è un buon portatore, di negazioni.
Prendiamo Sanremo, per esempio. Le due grandi categorie della rete si sono così divise: chi ha creato gruppi di ascolto pronti a criticare, spesso malamente e con grande cattiveria, qualsiasi cosa o persona che si presentasse su quel palco – e sia chiaro che le critiche con cognizione di causa non solo sono bene accette, ma dati di fatto e spesso divertenti e ironiche – e chi con isteria al limite della decenza ha sostenuto di non accendere nemmeno la televisione e che guai al mondo, alla stregua di avere paura di prendersi una rara malattia mortale al solo nominarlo, Sanremo. Ora, che Sanremo piaccia o no, è una lunga tradizione italiana, può divertire, annoiare, indurre sonnolenza e indifferenza, basta agire di conseguenza sul proprio telecomando. Ma la cosa che mi lascia atterrita, e parlo anche da musicista giacché posso permettermelo, è scoprire tutti critici musicali, tutti compositori e cantanti, tutti stilisti, tutti parrucchieri… è esilarante sino a che non si sfora in cattiveria e maleducazione. E sino a che non bisogna per forza negare l’evidenza. È andato bene mi pare, no? – io ne ho vista solo una oretta mentre lavoravo e manco sono stata troppo attenta – No. Si nega comunque.
Altra storia – tutta italiana – di negazione che offre il mese di febbraio è la settimana della moda milanese. E qui mi diverto assai da tempo, pur continuando a non comprendere certe dinamiche. Qui si rasenta l’isteria collettiva di uffici stampa, pr, wannabe e addetti ai lavori. A Milano è tutto un NO. Mi sono trovata in questo girone ai primi anni del blog, adesso ho scalato le sfere e sono accreditata sistematicamente alla maggior parte – non tutto sia chiaro – di sfilate ed eventi, ma noto che la moda della negazione continua il suo percorso. Indirizzi mail di uffici stampa e pr che sono paragonabili al terzo segreto di Fatima, le formule utilizzate quando chiedi di partecipare alle sfilate, una sorta di Padre Nostro imparato a memoria: la location è piccola e i posti sono limitati, e poi è invece una piazza d’armi e entrano assistenti e amici di dubbi personaggi modaioli e fuori vedi giornalisti minori tanto desiderosi di scrivere e fare alloro lavoro: NEGATO. Se chiedi accredito ritardo la risposta è NO perché è tutto pieno, se la chiedi al tempo giusto la risposta è NO perché c’è l’annosa questione appunto dei posti limitati, se la chiedi molto per tempo ti dicono che danno spazio ai buyer e alle testate sponsor. Quindi, di massima è sempre NO. Non solo: ultimamente fa chic negare la possibilità – appurato in prima persona e visto ripetere su cari amici – di partecipare ad alcune presentazioni.
Ora, sia chiaro: ognuno fa ciò che vuole. Ma la cosa che fa riflettere è che tutta questa moda di dire no, di chiusura altezzosa e di falsa esclusività che si traduce in cafoneria, è tutta italiana. A New York, Londra e Parigi alle sfilate si va con pochi problemi, ti arriva il posto sull’app del cellulare. Agli eventi ci si presenta senza intoppi, nessuno ti accompagna alla porta o peggio non ti fa entrare se sei regolarmente accreditato. Gli uffici stampa sono alla portata di chi ne deve fruire, non sono segreti insormontabili. In Italia, spesso no. Sempre NO. Molto No.
Ordunque, speriamo febbraio finisca in fretta.